Il Torneo IoScrittore 2015 è ormai giunto alle sue battute finali, ergo fra un paio di settimane (se non sbaglio giovedì 17 dicembre) verrà comunicato il titolo del romanzo che sarà pubblicato in cartaceo, scelto tra i 10 vincitori annunciati lo scorso 24 ottobre al Castello Sforzesco durante Book City Milano. In realtà uno dei 10 ha rinunciato per motivi personali, e al suo posto è subentrato uno degli esclusi.
Inevitabile, il ricordo va a un anno fa, alla telefonata di TEA e alla proclamazione del cartaceo. Ne ho già scritto qui nel post Dietro le quinte di Acqua morta e non vi tedierò oltre. Vi tedierò invece con un ricordo personale delle premiazioni del Torneo 2015 alle quali ho avuto l’onore di partecipare in qualità di testimonial alla presenza, tra gli altri, di Stefano Mauri e Luigi Spagnol, i signori GeMS, insomma… Il ricordo di quel pomeriggio è ancora molto vivido, e credo che neanche se vincessi il Nobel potrò dimenticare l’emozione di trovarmi per la prima volta dall’altra parte della barricata, io, uno di quelli che dopo tanti tentativi “ce l’ha fatta”, ad annunciare i vincitori tra cui sarà scelto il prossimo “collega” che toccherà con mano il significato di pubblicare in cartaceo con un grande editore.
Il viaggio in treno di quel sabato mattina verso una Milano affollata per l’Expo e per Book City, in pace con me stesso per l’indimenticabile pomeriggio della presentazione di Acqua morta a Pesaro di un paio di giorni prima, resterà nei miei ricordi come una pietra miliare di un personale percorso editoriale con approdo finale nell’universo della scrittura professionale.
La prima cosa che ho fatto, messo piede sul suolo meneghino, a parte inciampare nelle valigie di qualcuno come un qualsiasi “ragazzo di campagna” di pozzettiana memoria, è stato di fiondarmi alla libreria Feltrinelli della Stazione Centrale per accertarmi delle consistenze del mio libro. Vedi mai… Il pellegrinaggio (rigorosamente a piedi) è proseguito alla Feltrinelli di via Manzoni per giungere infine ai templi del libro: la Rizzoli in Galleria Vittorio Emanuele II e la Mondadori in piazza Duomo. Solo dopo aver toccate con mano le “pile” di Acqua morta che tenevano orgogliosamente testa a quelle dei soliti noti, ho fatto rotta verso il Castello Sforzesco per recarmi all’appuntamento col Torneo.
Per inciso, durante il tragitto verso piazza Duomo, ne ho approfittato per fare una sosta in albergo. Che quello fosse l’albergo “degli scrittori”, come mi sarebbe stato confermato in seguito, lo avrei dovuto intuire dopo essermi quasi scontrato all’ingresso con un Luis Sepulveda in ottima forma che stava per salire su un taxi. Decisamente un incontro beneaugurante.
Al Castello mi attendevano alcuni amici di Torneo provenienti da mezza Italia (Maria, Lidia, Olimpia…) con i quali abbiamo atteso con trepidazione l’inizio dell’evento, scordandoci pure di pranzare. D’altra parte, è noto, gli scrittori, o aspiranti tali, vivono di parole, possibilmente scritte… A tale proposito non ho resistito alla tentazione di dare un’occhiata pure alla libreria di Book City Milano, piazzata sotto un ampio tendone nel cortile del Castello…
Abbandonati giocoforza gli amici, mi sono introdotto nella sala che avrebbe ospitato le premiazioni e lì ho conosciuto Antonio Prudenzano, giovane responsabile de Il Libraio online che avrebbe condotto l’evento. Mi è stata addirittura consegnata la scaletta, con tanto di titoli dei romanzi vincitori che io avrei dovuto annunciare. Inutile dire che non ho mai perso di vista la cartellina fino all’inizio della cerimonia…
Seduto in prima fila ho seguito, lo confesso, con una certa distrazione, la presentazione della pur interessante indagine sul rapporto tra lettura di libri e benessere, sul palco anche Ferruccio De Bortoli. Ero, come dire, un po’ distratto.
Dopo una breve pausa, per me densa di frenetici incontri “editoriali”, è iniziata la cerimonia di premiazione, e… sono stato chiamato a sedere sul palco accanto a Stefano Mauri. Prudenzano ha fatto gli onori di casa, e mi ha chiesto alcune cose, di cui non conservo il minimo ricordo tanto ero emozionato. Sono certo soltanto di aver ribadito ai partecipanti al Torneo di perseverare e di non mollare mai.
Ricordo poi che a un certo punto ho ringraziato Stefano Mauri, riconoscendone il ruolo di vera anima del Torneo. Gli ho anche ricordato che tra i frequentatori del blog di IoScrittore egli era amichevolmente noto come “il sior Mauri”, anche per via di alcuni commenti (in parziale anonimato, che tanto l’avevamo riconosciuto) che aveva fatto sul blog stesso.
Ricordo infine di aver ringraziato anche Luigi Spagnol, pronunciato alla veneta, Spagnòl, chiedendo esplicitamente come mai tutti lo chiamassero Spàgnol… Che per un veneto come me, non si può proprio ascoltare. Un po’ come sentir dire Bènetton al posto di Benettòn… Lo so, non ho resistito. Chissà cosa avranno pensato…
Grande l’emozione nello stringere la mano ad alcuni dei vincitori presenti in sala, tra cui ricordo con piacere l’esuberante autore di C.A.O.S., romanzo di cui, avrei scoperto poco dopo, avevo avuto l’opportunità di leggere alcuni brani davvero belli. Se finisse cartaceo, non me ne sorprenderei.
Non sono purtroppo riuscito a trovare testimonianze audiovideo ufficiali dell’evento, soltanto un paio di brevi video di amici postati su Facebook.
Il pomeriggio è proseguito con una rilassante session con gli amici in un bar, davanti a caffè e paste, non prima di aver controllato che le 5 copie di Acqua morta nella libreria di BCM fossero scomparse…
I saluti sono stati la parte peggiore. Odio i congedi, di qualunque tipo, e quello da amici (soprattutto amiche) con cui si condivide una passione dirompente, è stato terribile. Per fortuna che la sera ho avuto il conforto dell’amico Salvo Lecce, siciliano-milanese doc, collega giallista (e pure torneista) con cui bazzico tra Ravenna e Cattolica, il quale tra zuppe, gamberi fritti e salsa wasabi, mi ha iniziato ai piaceri della cucina giapponese. Grazie, Salvo…
Il giorno successivo ne ho approfittato per una full immersion con i segreti degli editor e dell’editing grazie a una serie di imperdibili eventi tenuti presso l’attivissima fondazione Formentini (eventi dei quali mi sono improvvisato a fare una diretta Twitter che ha messo a dura prova le mie capacità di concentrazione e di sintesi, oltre che di multitasking…). In quell’occasione ho sinceramente rimpianto di non abitare a Milano.
Ignaro che in piazza Duomo stesse per tenersi un mega concerto (tipo 100.000 persone…) in occasione degli MTV European Music Awards, ho tentato inutilmente di nutrirmi finché, rassegnato alle code chilometriche, ho optato per un pacchetto di cracker e il classico giro turistico tra le guglie del Duomo.
Ho quindi nuovamente girovagato per librerie finché non si è fatta l’ora del treno. Un ultima puntata alla Feltrinelli della Stazione Centrale mi è fruttata un incredibile bottino: il DVD del documentario Teorema Venezia, appena approdato sugli scaffali, che racconta come la città stia diventando invivibile a causa di un irresponsabile turismo di massa. Un tema molto vicino ad Acqua morta, quando si dicono le coincidenze… Ne parlerò presto.
Infine, stanco, ma appagato, non mi è rimasto che salire sul treno e tornare a casa, già nostalgico di una due giorni irripetibile e conscio che il cerchio di un’avventura iniziata sei anni fa si fosse definitivamente chiuso.